Lorenzo ed io

Teach Dice Ornament On Table

Incontrai Lorenzo a casa di mio zio, dopo un pranzo di famiglia. Era insieme a tanti altri ma mi saltò agli occhi la sua semplicità, pulita e discreta. Poche parole un aspetto sobrio. Poi le sue parole cominciarono a scorrere davanti a me e una dopo l’altra mi entrarono dentro e me ne innamorai. Promisi a me stessa che l’avrei seguito, che sarei stata sempre sempre fedele a quello che mi aveva detto e che mi aveva affascinata. 

Lorenzo era un prete, uno di quelli scomodi, uno fuori dal coro che dedicava la sua vita alla scolarizzazione dei bambini che la scuola statale cacciava via. Io avevo dodici anni e decisi che l’avrei seguito e non l avrei deluso mai….e percio’ sarei diventata un insegnante. Non fu proprio subito così perché nella vita le strade che ci conducono ai nostri desideri non sono mai diritte e perfette o almeno le mie. 

Dopo le medie mi iscrissi a Ragioneria per studiare due lingue, delle quali, nel frattempo mi ero innamorata, e perche quelli del liceo avevano tutti la puzza sotto il naso e io non lo sopportavo. Ero una ribelle, una contestatrice, credevo che il mondo si potesse ribaltare e trasformare in un luogo giusto e perfetto per tutti. Manifestazioni per la pace, discussioni contro la guerra, l’incontro con Dio che si riaffaccio’  improvvisamente nella mia vita all’età di 16 anni per rimanerci per sempre, il volontariato, la lettura, lo studio, erano il pane dei miei giorni. Ma Lorenzo rimaneva sempre li, in fondo al cuore, a volte assopito, a volte completamente presente. Cercavo la mia strada e nella scelta dell’università lui si ripresento insieme alla mia voglia di scoprire nuovi mondi e altre culture…..scelsi lingue, partii,cominciai il mio percorso.

Letture, altre incontri, l’erasmus, la voglia ancora di cercare la mia strada tra i miei desideri e quelli degli altri. Fini’  gli studi e parti’ per il Belgio dove insegnai e li mi resi conto di quanto quel lavoro fosse nelle mie corde. Poi, però, spinta dalle ragioni del cuore iniziai a lavorare in una multinazionale farmaceutica. Lorenzo pero era sempre li a tormentarmi a dirmi che quella non era la mia strada a ricordarmi la felicita e la gioia che avevo provato insegnando e la frustrazione che provavo ora a lavorare ad un computer e ad esser complice di una realtà orrenda che aberravo. Provai a trovare un lavoro come insegnante dalle cinque in poi, e cosi fu.

 Finito di lavorare in ufficio cominciavo a respirare insegnando. 

Decisi che era quella la mia strada, quello il mio destino. 

 Dopo la scuola di specializzazione cominciai ad insegnare e da allora non ho mai smesso. Lorenzo continua a guidarmi, insieme scegliamo i semi da piantare, cerco conforto in lui  quando devo accogliere e comprendere i miei ragazzi e portarli ad essere belle persone. Quando li perdo, quando non riesco ad afferrarli, a comprenderli, mi sembra di tradirlo. Quando tirano i remi in barca e si ritirano o vengono bocciati credo di deluderlo. Ieri però credo sia stato fiero di me. All’improvviso, dopo tante giornate in cui la fiducia in me aveva vacillato perché sembra di deludere sempre chi ami ho ricevuto un messaggio che mi ha cambiato la prospettiva e la giornata.

Un semino messo nella terra, curato e annaffiato ha scritto un messaggio di gratitudine, stima e ringraziamento

 Mi ha riempito il cuore, ha ricompensato tutto l’anno in cui pensavo a come farlo crescere.

Questo e’ per me insegnare, camminare con i ragazzi verso la vita e il futuro tenendoli per mano ma lasciandoli anche andare un po da soli, e mostrargli che si può nella vita raggiungere i propri traguardi se si vuole e diventare delle belle persone. E’ augurargli tutto il bene quando ti lasciano senza pretendere niente.Tuttavia, nell istante in cui si voltano indietro e ti dicono grazie ti fanno toccare il cielo con un dito.

Maria