Non ho più paura degli specchi nei quali vedo il segno dell’Amazzone,
che scaglia frecce.
Vi è una sottile linea rossa che attraversa il mio torace, lì dove
era entrato un coltello, adesso
un ramo circonda la cicatrice e si porta dal braccio al cuore.
Un ramo coperto di verdi foglie dove appesa è l’uva e vi appare
un uccello.
Sento che quello che cresce in me adesso è vitale e non mi
nuoce. Penso che l’uccello stia cantando,
poco m’importa di alcune mie ferite.
Ho disegnato il mio seno con la cura riservata ad un mosaico
miniato.
Non mi vergogno di fare l’amore. L’amore è una battaglia
che posso vincere.
Ho il corpo di un guerriero che non uccide né ferisce.
Sul libro del mio corpo per sempre ho inciso un albero.
Grazie Tamara
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