Veglia. Ungaretti

Un’intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani nel mio silenzio ho scritto lettere piene d’amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita

Mio fiume anche tu…

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Mio fiume anche tu, Tevere fatale, Ora che notte già turbata scorre; Ora che persistente E come a stento erotto dalla pietra Un gemito d’agnelli si propaga Smarrito per le strade esterrefatte; Che di male l’attesa senza requie, Il peggiore dei mali, Che l’attesa di male imprevedibile Intralcia animo e passi; Che singhiozzi infiniti, a Mio fiume anche tu…

O NOTTE – Ungaretti

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Dall’ampia ansia dell’alba Svelata alberatura. Dolorosi risvegli. Foglie, sorelle foglie, Vi ascolto nel lamento. Autunni, Moribonde dolcezze. O gioventù, Passata è appena l’ora del distacco. Cieli alti della gioventù, Libero slancio. E già sono deserto. Preso in questa curva malinconia. Ma la notte sperde le lontananze. Oceanici silenzi, Astrali nidi d’illusione, O notte. 1919 da O NOTTE – Ungaretti