Splendido delirio (Silvia Russo)

Se fossi qui
ti cercherei dentro me.
Se fossi qui
ti chiederei “perché?”
Perché questo sole
è tramontato in silenzio?
S’è spento il tuo odore,
nell’anima che beve assenzio.
Sottofondo latino
nell’estate ormai alla fine
e se tu fossi qui vicino
visiteresti le mie rovine.
Quanto pesa un addio
e non si sa mai con che parola finire;
se rimango qui, io col mio oblio
e sogno solo di scomparire.
Se fossi qui
non mi vedresti piangere
probabilmente sembrerà così
ma è solo vita che smetto di dipingere.
Se fossi qui
forse…
forse ti passerebbe tutta la vita davanti
il passato, il presente che mai dice di sì
a noi maledetti e bellissimi amanti.
Se fossi qui, ti rifiuterei
e poi più forte fremerò ai tuoi baci
poiché tu sai come questi anni miei
di amare te non son capaci.
Osservo la notte,
il vento mi asciuga le lacrime.
C’è troppo vento nelle mie lotte
contro l’attrarsi delle nostre anime.
E’ triste vedere come le rose
muoiano sole una ad una
e come loro, tutte le cose
finiscono da sé senza pietà alcuna
per chi le ha amate,
per chi forse, le ama ancora,
per chi le ha anche odiate
e per chi ricordandole, se ne innamora.
A volte l’illusione è così chiara
che sembra di sentire la tua voce che detesti,
quella che vorrei sempre, la stessa nota amara
che se tu fossi qui, risuoneresti.
Mi chiedo allora perché
soffro in solitudine questo mio martirio
mentre tu con gli occhi spenti chiedi di me
morta, in questo splendido delirio.