Giornata della memoria – Viktor Frankl

Da tutto ciò possiamo apprendere che sulla terra esistono soltanto due razze umane, e solo queste due; la «razza» degli uomini per bene e quella dei «poco di buono». Queste due «razze» sono diffuse ovunque, penetrano e s’infilano in tutti i gruppi. Nessun gruppo è composto esclusivamente da persone per bene o esclusivamente da «poco di buono».

Viktor Emil Frankl (Vienna, 26 marzo 1905Vienna, 2 settembre 1997) è stato un neurologo, psichiatra e filosofo austriaco, uno fra i fondatori dell’analisi esistenziale e della logoterapia, metodo che tende a evidenziare il nucleo profondamente umano e spirituale dell’individuo.[1].

Dal 1942 al 1945 fu prigioniero in quattro campi di concentramento nazisti, tra cui Auschwitz e Dachau. Il metodo di Frankl è considerato come il terzo metodo della scuola viennese (dopo quelli di S. Freud e A. Adler)[2][3][4].

A partire dall’esperienza della deportazione scrisse i volumi Alla ricerca di un significato della vita e I fondamenti spirituali della logoterapia. A lui si deve la definizione di nevrosi noogena, concezione secondo la quale l’equilibrio psichico dipende dalla percezione significativa del sé e del proprio vissuto.

Secondo Frankl, quando l’individuo non si sente “significativo”, cerca compensazione o in gratificazioni artificiali (droghe chimiche e psichiche) o in atteggiamenti di potenza (comportamenti distruttivi ed autodistruttivi). Da qui la differenza tra l’uomo d’oggi che non è più frustrato sessualmente (come l’uomo del secolo scorso), ma si sente frustrato nell’universo valoriale (differenziando così il focus dell’approccio logoterapeutico dall’originaria metapsicologia psicoanalitica pulsionalista).

« Che cos’è, dunque, l’uomo? Noi l’abbiamo conosciuto come forse nessun’altra generazione precedente; l’abbiamo conosciuto nel campo di concentramento, in un luogo dove veniva perduto tutto ciò che si possedeva: denaro, potere, fama, felicità; un luogo dove restava non ciò che l’uomo può “avere”, ma ciò che l’uomo deve essere; un luogo dove restava unicamente l’uomo nella sua essenza, consumato dal dolore e purificato dalla sofferenza. Cos’è, dunque, l’uomo? Domandiamocelo ancora. È un essere che decide sempre ciò che è. »