Se sei un leghista devi conoscere questa storia

Img 20201010 183320 283

Massacro di Pontelandolfo e Casalduni

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Massacro di Pontelandolfo e Casalduni
Stato Italia Italia
Luogo Pontelandolfo e CasalduniProvincia di Benevento
Obiettivo Popolazione civile dei due comuni
Data 14 agosto 1861
Morti 13, secondo le fonti parrocchiali ed una lettera d’epoca ritrovata nel 2016[1][2]; stimato da 100 a più di 1000 da alcuni autori contemporanei[3]
Responsabili Bersaglieri italiani
Motivazione Precedente strage di soldati italiani a opera di “briganti” e cittadini del posto

Il massacro di Pontelandolfo e Casalduni fu una strage di rappresaglia compiuta dal Regio Esercito italiano ai danni della popolazione civile dei due comuni in data 14 agosto 1861.

La decisione di eseguire la rappresaglia fu presa in seguito al precedente massacro di 45 militari dell’esercito unitario (un ufficiale, quaranta fanti del 36° e quattro carabinieri), catturati alcuni giorni prima da alcuni briganti e contadini del posto. I due piccoli centri vennero quasi rasi al suolo, lasciando circa 3.000 persone senza dimora[4]. Il numero di vittime è tuttora incerto, ma Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella riportano che alcuni autori lo stimano compreso fra il centinaio e il migliaio[3].

Sulla base della lettura dei registri parrocchiali della chiesa della Santissima Annunziata ove sarebbero annotati dal canonico Pietro Biondi e dal canonico Michelangelo Caterini (firmatario degli atti di morte) i nomi dei morti, le modalità della loro morte e il luogo del seppellimento: 13 persone (undici uomini e due donne) sarebbero morte durante il giorno stesso della strage (dieci direttamente uccisi e due nel rogo delle case) e una tredicesima morì il giorno seguente.[2]

Il numero di 13 morti viene confermato nel 2016 dalla scoperta di una lettera d’epoca datata 3 settembre 1861 pubblicata sulla rivista Frammenti del Centro culturale per lo studio della civiltà contadina nel Sannio con sede in Campolattaro. L’autrice della lettera è la signora Carolina Lombardi, originaria di Pontelandolfo, sposata con don Salvadore Tedeschi, speziale in Campolattaro.[1]