Dio è morto?

Img 20200831 151047 166.jpg

La società postmoderna è guidata da quella presunta pretesa nichilista e relativista che corrisponde ad una visione della realtà priva sia di valori che di un’unica verità. Dire, tuttavia, che i valori, quali il Bene e la Giustizia ad esempio, non esistono, corrisponde ad affermare che quelli che noi oggi identifichiamo come tali sono in realtà una pura nostra invenzione, divenuta necessaria, secondo Thomas Hobbes, in quel momento della storia in cui gli esseri umani si sono così eguagliati nelle facoltà fisiche e mentali da annullare le precedenti disparità di forza; venuta a mancare quella distinzione tra forte e debole, chiunque fosse riuscito a perseguire un fine avrebbe comunque dovuto sempre temere l’arrivo di un nuovo aggressore; la creazione di uno Stato civile nasce, pertanto, da una condizione di vulnerabilità dell’umanità, che, stremata da questa realtà violenta in cui homo homini lupus, si è ritrovata a sottoscrivere un patto comune che dovesse essere da tutti rispettato al fine di preservare una condizione di pace e di debellare la paura della morte e della miseria. Le persone osserverebbero quest’ultimo solo perché troppo deboli, ma qualora un individuo risultasse essere più forte di tutti gli altri avrebbe tutto il diritto di infrangerlo e imporsi su questi, poiché se è vero che la mia libertà – intesa come assenza di impedimenti –, finisce dove inizia quella dell’altro, allora, se ad esser il più forte sono io, ho anche la facoltà di decidere quel confine.

Continua a leggere qui

https://www.gazzettafilosofica.net/2019-1/febbraio/dio-un-esecuzione-che-continua-a-creare-danni/

di Diletta Badaile