Dentro di noi alberga un individuo che dalla nascita usa il linguaggio “sciacallo” con gli altri ed è quindi normale che, ogni volta che sbagliamo, utilizzi lo stesso rivolto a se stesso.
Durante gli esercizi del percorso Kaizen la cosa più difficile da affrontare è proprio l’autocritica distruttiva quando si fallisce un obiettivo.
Se ad esempio ci si impone di scrivere un diario giornaliero delle attività costruttive e distruttive che si compiono, al primo fallimento si abbandona questa pratica che è fondamentale per arrivare a costruire una identità nuova secondo i parametri dell’ingegneria della felicità.

“Ho imparato che l’attivazione di meccanismi stressogeni è una condizione naturale. Se vogliamo imparare ad avere successo in qualsiasi campo dobbiamo prima imparare a fallire.”
Kaizen Kiko
Approfondiremo questi temi nelle prossime chat vocali del gruppo telegram

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