Ppdp: come smaltire batterie auto

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Tutti noi affrontiamo il problema di dover smaltire le batterie che utilizziamo in tutti gli ambiti della vita. Se vuoi portare miglioramento nella tua collettività divulga le informazioni su come smaltire correttamente le batterie delle auto.

Guarda “La “seconda vita” delle batterie al litio – Ricicla Tech n.14″

E ricorda quanto è importante evitare di far pagare di più e i tuoi figli i tuoi comportamenti irresponsabili o quelli di cui sei stato testimone e che non hai denunciato.

L’accumulatore al piombo-acido (noto impropriamente anche come batteria al piombo-acido o batteria al piombo) fu concepito nel 1859 dal fisico francese Gaston Planté ed è il tipo più vecchio di batteria ricaricabile (o accumulatore, per definizione), molto usata su automobilimoto e altri veicoli a motore principalmente per consentire l’avviamento del motore termico ed alimentare tutte le utenze elettriche di bordo. Il perdurare del suo successo è dovuto non tanto alle sue capacità ma al costo molto basso dei materiali di cui è composta, piombo e acido solforico. Inizialmente l’utilità come accumulatore non fu subito ben recepita, soprattutto in virtù del fatto che, non esistendo metodi di produzione non chimica dell’elettricità, avrebbe potuto essere ricaricato solamente da altre pile, per cui veniva usato solo come fonte di elettricità (perlopiù utilizzata per il telegrafo) tramite creazione fisica della pila (lastre di piombo immerse in acido solforico) e smaltimento del risultante solfato di piombo una volta esaurita la carica, senza possibilità di inversione della reazione; tuttavia lo stato delle cose cambiò radicalmente con l’invenzione della dinamo nel 1869, che ne permise anche la ricarica.

Nel settore del trasporto terrestre lo standard ha imposto una configurazione di sei (6) celle disposte in serie, in grado di fornire una differenza di potenziale o forza elettromotrice totale, a piena carica, di 12,30-12.90 V a circuito aperto (2,05-2.15 V per la singola cella) e di circa 12 V quando è in funzione (2 V per la singola cella), ad una temperatura di riferimento di 25 °C.