Tumori: la scoperta che potrebbe cambiare il nostro modo di vedere (e trattare) le metastasi

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16 gennaio – La formazione delle metastasi sembra essere dovuta alla riattivazione, nel posto e nel tessuto sbagliato (nelle cellule tumorali) di geni deputati alla rigenerazione cellulare, piuttosto che a mutazioni genetiche delle cellule tumorali primarie, come si è pensato fin ora. È il risultato a cui sono giunti i ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, guidati dal direttore dell’istituto, Joan Massagué. La scoperta rivoluziona l’idea che abbiamo delle cellule metastatiche, e apre la strada a nuove prospettive terapeutiche.

Nel loro ultimo studio, pubblicato sulla rivista Nature Cancer, gli scienziati del Memorial Sloan Kettering Cancer Center rivelano che le metastasi si sviluppano a causa della riprogrammazione delle cellule tumorali, che acquisiscono le proprietà delle cellule staminali rigenerative.

Per comprendere il ruolo della proteina nella diffusione delle cellule tumorali, i ricercatori si sono concentrati in particolare sulle metastasi che derivano da tumori del colon retto. Osservando i tessuti tumorali umani, si sono resi conto che la proliferazione di cellule che esprimono la molecola si verifica in particolare in corrispondenza di un danno, una ferita, dello strato epiteliale. Hanno poi scoperto, usando un modello murino di colite, che la proteina, normalmente assente nelle cellule, viene espressa in risposta ad una ferita e serve per la riparazione dei tessuti.

Usando poi degli organoidi tumorali, delle colture cellulari in 3D che imitano in provetta il tumore da cui derivano, in questo caso del colon-retto metastatico, hanno osservato che bastava separare delle cellule tra loro per dare il via alla produzione di L1CAM. In altre parole, le cellule metastatiche sfruttano un meccanismo cellulare fisiologico, che consente la rigenerazione dei tessuti. “La metastasi non è altro che la guarigione di una ferita andata male”, ha riassunto Karuna Ganesh, prima autrice dello studio.

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