Novembre 1997 Giovanni Ferrari

Sul fondo di velluto bruno

della sera d’autunno

svanivano

leggere come ombre

le croci dei lumini accesi…

Stranamente a quell’ora

era bello il cimitero

prato strano e irreale

disperso negli spazi immisurati

della notte incombente…

Brillavano

tenui

le luci tremule davanti all’effigie

calcinate nella memoria

delle lapidi stinte

pulite a nuovo

nel giorno dei morti:

singhiozzi di luce

accesi nella speranza

di continuare ancora

il discorso interrotto

il discorso inconcluso della vita

Lucciole strane

sospeso il volo a mezz’aria

inchiodavano sul fondo del cielo

le povere epigrafi.

Non un fruscio casuale

né alito di vento leggero

rompeva il tempo irreale

Compagno solenne

del tempo immobile…

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