Sul fondo di velluto bruno
della sera d’autunno
svanivano
leggere come ombre
le croci dei lumini accesi…
Stranamente a quell’ora
era bello il cimitero
prato strano e irreale
disperso negli spazi immisurati
della notte incombente…
Brillavano
tenui
le luci tremule davanti all’effigie
calcinate nella memoria
delle lapidi stinte
pulite a nuovo
nel giorno dei morti:
singhiozzi di luce
accesi nella speranza
di continuare ancora
il discorso interrotto
il discorso inconcluso della vita
Lucciole strane
sospeso il volo a mezz’aria
inchiodavano sul fondo del cielo
le povere epigrafi.
Non un fruscio casuale
né alito di vento leggero
rompeva il tempo irreale
Compagno solenne
del tempo immobile…
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