Gli alberi vicini si fanno il solletico l’un l’altro con i rami e le radici, tutti solleticano la terra e il cielo, leggerissimi. Già ubriachi di sole di prima mattina, continuano a fare quello che sanno: essere i polmoni del mondo, della vita.
Li guardo, incantato, e ammiro la loro fedeltà, che sa di autenticità, e penso, e ringrazio.
Mi piaccio quando fermo il tempo e lo lascio scorrere, incurante di tutto, riconoscendo che nulla è così importante che esserci, e guardare, e meravigliarsi. E’ una cura la sosta, è unguento per gli occhi, medicina del cuore.
Turoldo lo dice così:
“Essere nuovi come la luce ad ogni alba
come il volo degli uccelli e le gocce di rugiada.
Unico male l’abitudine e la scelta tragica:
discorrere invece che intuire.
Solo la Meraviglia ci potrà salvare
aprendo il varco verso la sostanza.”
Ogni tanto fermarsi, ogni tanto prendersi il buon tempo per curare il cuore con la meraviglia delle cose semplici.