La saggezza del vivere di Schopenhauer

“E’ stupefacente constatare con quanta facilità e rapidità, nella conversazione si rivelino l’omogeneità e l’eterogeneità dell’intelligenza e del carattere; ciò si avverte in ogni inezia. Anche se la conversazione riguarda le cose più impersonali e indifferenti, tra individui essenzialmente eterogenei pressoché ogni frase dell’uno spiacerà più o meno all’altro, qualcuna anzi lo irriterà. Invece gli individui omogenei sentono subito e in tutto una certa sintonia che, nel caso di una superiore omogeneità, ben presto confluisce in una perfetta armonia, arrivando addirittura all’unisono. Con ciò si spiega, in primo luogo, perché la gente del tutto ordinaria sia tanto socievole e trovi dovunque così facilmente un’ottima compagnia: gente brava, buona, intelligente. Con le persone fuori dall’ordinario, accade l’inverso, tanto quanto più è spiccata la loro distinzione, sicché nel loro isolamento a volte essi possono davvero essere contenti di scoprire in un altro, la fibra a loro omogenea per quanto piccola sia! Ognuno, infatti, può essere per l’altro solo tanto quanto l’altro è per lui. Gli spiriti veramente grandi, come le aquile, hanno i nidi solo nelle vette deserte. In secondo luogo, da ciò risulta comprensibile come gli uomini spiritualmente affini si trovino così rapidamente come se fossero attratti tra di loro da un magnete, le anime simili si riconoscono da lontano. Certo si avrà occasione di osservare quanto assai più spesso, tra gente che ha in comune la meschinità o che è scarsamente dotata; ma solo perché di gente simile ce n’è a legioni, mentre le nature superiori, eccellenti, sono per definizione gente rara. Quindi in una grande associazione, costituita per fini pratici, due furfanti matricolati si riconoscono così prontamente come se inalberassero un’insegna, e quanto prima faranno lega per progettar frodi e tradimenti. Analogamente, se immaginiamo per assurdo una grande comunità di persone, tutte molto sagge e intelligenti, con l’eccezione di due imbecilli, presenti nel gruppo, questi si sentiranno simpaticamente attratti l’uno dall’altro e ben presto ciascuno dei due si rallegrerà dentro di sé di aver incontrato almeno una persona ragionevole. E’ davvero sorprendente constatare come due individui, in specie quando si tratta di gente moralmente e intellettualmente arretrata. si riconoscano a prima vista, cerchino in tutti i modi di far conoscenza, e tutti giulivi si salutino amichevolmente come fossero vecchi conoscenti; tutto questo è così stupefacente che si è tentati di credere, secondo la dottrina buddista della metempsicosi, che quei due siano stati amici in una vita precedente”.

Arthur Schopenhauer