Autunno: l’ultimo sorriso più bello dell’anno.
Solamente “ieri imperava” “messor lo frate sole”,
riso mietitore d’amor.
Or esili petali volteggiano stanchi, dolce è il rinnovar dell’infinito tuo.
Oh, diamante dell’eterna immensità!
Dipingi sinfonie di dolce follia
ancor, ancor e ancor…
Nulla al mondo è delicato come una foglia che cade.
Con sereno distacco le foglie “tinte di sole”,
e con malinconica gioia, regalano il gran finale d’arcobaleni
pria del palpitar, il soffio del vento.
E i ricci del castagno cominciano a seccare, qualcuno è già caduto…
Davanti al camino, aria di festa fiammeggia,
una enorme zuppiera di castagne, narra che l’Autunno è ormai di casa.
Voglio un Autunno da scoprire, vedere e assaggiare.
Una nota gioia vibra nell’aria.
La terra si rianima di un fuggevole sorriso canticchiando “canzoni,
parla ai cuori infranti”.
Laggiù, fra cielo e terra esplode una triste Poesia,
per poi baciare l’arancio nel mare.
Ed io?
I ricordi battono dentro di me come un secondo cuore.
Assorta in sogni lontani, ascolto parole lente, fioche e soavi.
Lentamente andai per quei luoghi d’abbandono,
l’occhio si spingeva lungi, ad abbracciar il ronzar di un romanzo d’amor
in nuove strade.
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