Noi siamo uomini, tutti uguali…

da l’ultima intervista del 4 gennaio 1981 di Antonio Donat Cattin (giornalista RAI) a Don Zeno, fondatore di Nomadelfia, qualche giorno prima della sua morte.

D: “Per tutta la vita ha cercato l’uomo. Lo ha trovato a 80 anni?”.

R:“L’ho trovato in me, prima di tutto. Ho visto in me stesso tutti gli uomini. L’uomo, quanti tipi! Uno più vivo dell’altro. Se tutti ci mettessimo d’accordo: noi siamo uomini, tutti uguali… Ma sa cosa vuol dire persuadere la gente che siamo uomini? Se uno riuscisse a vedere l’uomo nell’uomo, il mondo non farebbe la guerra. Prima o poi scoppia e la colpa è nostra, mi ci metto anch’io, mi sento responsabile. Cosa si può fare? Cercare l’uomo, amare l’uomo. Si fanno delle iniziative ma non reggono, perché non si fanno fratelli. Non si fa così a fare guerra alla guerra. C’è poco da sperare, se non saltano fuori dei movimenti disarmati che facciano i conti, mettano insieme le ricchezze e comincino a dividere”.

D:“Qual è dunque la strada per salvare l’umanità?”.

R:“La prima cosa è la giustizia. Non è che prima siamo cristiani, prima siamo uomini. La solidarietà umana è scritta nella natura, non è una religione. Cosa vuoi pregare se sei ingiusto? Si fa i conti, questa è l’unica via per creare un mondo nuovo. Sono bianchi, rossi, di tutte le tinte ma hanno una sete di verità che mi fa paura… Abbiamo visto delle persone che non credevano in niente eppure hanno fatto delle grandi cose in favore dell’uomo.

Anche questo incontro fra noi, per esempio, ci fa sentire l’umanità. L’unica cosa che rimane, quando ci lasciamo, è che ci siam trovati uomini. Il contatto è arrivato, c’è stata una corrente tra noi, ci siam sentiti fratelli, uomini.

Immaginate se si comincia a dir tutti che siamo uomini!”

tratto dal libro  Don Zeno, Obbedientissimo Ribelle di Fausto Alberto Marinetti