Quando tu eri un desiderio errante nella nebbia,
c’ero anch’io, desiderio errante.
Andammo in cerca l’uno dell’altro,
e dalla nostra ansia d’incontrarci
nacquero i sogni.
E i sogni erano tempo senza limiti,
e i sogni erano spazio senza misura.
E quando tu eri una parola silenziosa
sulle labbra tremanti della Vita,
c’ero anch’io,
altra parola silenziosa.
Allora la vita ci pronunciò
e noi attraversammo gli anni
palpitando per i ricordi di ieri
e il desiderio del domani,
poichè il giorno di ieri
era la morte sconfitta
e il giorno di domani
era la nascita bramata.
Tu sei il precursore di te stesso,
sei lo sconosciuto
che passa davanti al cancello
del mio giardino.
E anch’io sono il precursore
di me stesso,
sebbene io sieda all’ombra
dei miei alberi e sembri immobile.
Gibran
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