“Io serbo più ricordi che se avessi
mille anni. Un mobile a cassetti per
custodire panni, e pieno zeppo invece
di conti, ciocche, versi, quietanze,
bigliettini e aggeggi diversi, cela meno
segreti del mio triste cervello.
E come una piramide, un gigantesco
avello che contiene più morti d’un
tenebroso ossario. Io sono un cimitero
oscuro e solitario, senza un raggio
di luna, ove rimorsi amari i vermi
si accaniscono sui miei morti più
cari. Sono un salotto pieno di rose
estenuate, ove pastelli e qualche
Boucher un pò sbiadito respirano
nell’aria un profumo
svanito. Nulla eguaglia in
lentezza le accidiose giornate, quando
sotto il fioccare delle nevose annate,
la noia, triste frutto dell’inerte
indolenza, sembra allungarsi
come un’immortal parvenza.
Ormai tu non sei più, o materia
pulsante! che un masso circonfuso
da un silenzio inquietante, insabbiato
nel fondo di un Sahara brumoso;
vecchia Sfinge ignorata dal mondo
turbinoso, obliata sulle carte, e il
cui selvaggio umore canta sol se
la sfiori il sole, quando muore”
2 commenti
Con un traduttore: Gradirò realmente essere italiano per sapere ciò che può dare la poesia i fiori del male in italiano.
Ma mi ricordo avere comperato in Italia un libro di poesia di verlaine.. Alla lettura ciò suonava molto bene
Con un traduttore: Gradirò realmente essere italiano per sapere ciò che può dare la poesia i fiori del male in italiano.
Ma mi ricordo avere comperato in Italia un libro di poesia di verlaine.. Alla lettura ciò suonava molto bene