Terra di passeri – Nazìh Abu ‘Afash

 

 

Forse lei pensa:

questo color rosso cupo

                  è un fiore che scorre sulla roccia

queste forme inerti ai bordi delle trincee

                  son pastori che sonnecchiano

la terra, come l’ha raffigurata il pennello di Dio,

                  è un campo pronto per l’aratura

                  per il frumento, le passeggiate, i canti.

Forse lei pensa ….

.. .. .. ..

.. .. .. ..

 

Non sa (come potrebbe sapere!…)

che quanto sta guardando è: la guerra

che quei pastori dormienti sono i suoi morti

che quel rosso disseccato sulla roccia

                  sono gli spasimi di un’umanità disgraziata

                  i cui cuori son fluiti sulle scale dell’eternità

                  elevando le proprie pene al sommo dell’oblio.

 

.. .. .. ..

.. .. .. ..

 

Non sa; non può sapere

che qualcuno piangerà la scomparsa di qualcun altro

che un paese destinato a perire s’inginocchierà

                  innanzi a un paese sul punto di sparire

                            e che altra morte

                                       moltiplicherà

                                                il retaggio

                                                         della sua immortale genitrice:

                                                                  la morte.

.. .. .. ..

.. .. .. ..

 

Non sa!

                  Nessuno vuol sapere…

Per questo si ostinano nel loro gaio canto

                            minuti cervelli

                                       miseri:

                                                i passeri.

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