Felicità
C’è un’ape che si posa
su un bocciolo di rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
(Trilussa)
Grazie a Laura
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Qualora fossimo scelti per ricevere la grazia di comprendere Dio, magari anche all’ultimo minuto prima che il nostro corpo muoia, allora avremo davvero viaggiato nell’immensità della purezza dell’amore, anche se poveri, anche se malati, anche se soli, e tutta la nostra tristezza si trasformerebbe in gioia.
Qualora fossimo scelti per ricevere la grazia di comprendere Dio, magari anche all’ultimo minuto prima che il nostro corpo muoia, allora avremo davvero viaggiato nell’immensità della purezza dell’amore, anche se poveri, anche se malati, anche se soli, e tutta la nostra tristezza si trasformerebbe in gioia.
…Il nostro mondo, cosiddetto globale, non è che un pianeta di migliaia delle più svariate province che non si incontrano mai. Girare il mondo significa passare da una provincia all’altra, ognuna delle quali è una solitaria stella a sé stante. Per la maggior parte delle persone che vi abitano il mondo reale finisce sulla soglia di casa, al limite del quartiere, al massimo al confine della città. Il mondo che sta oltre è inesistente, insignificante e addirittura inutile, mentre quello intorno a loro e che l’occhio riesce ad abbracciare assurge alle dimensioni di un grande cosmo che oscura tutto il resto.
Spesso gli abitanti di un luogo e chi viene hanno difficoltà a trovare un linguaggio comune, poiché ognuno di loro guarda il posto con un’ottica diversa: chi viene da fuori usa un grandangolare, che rimpicciolisce l’immagine ma allarga l’orizzonte, mentre la persona del posto usa il teleobbiettivo, se non addirittura il telescopio, che ingigantisce i minimi dettagli.
…Il nostro mondo, cosiddetto globale, non è che un pianeta di migliaia delle più svariate province che non si incontrano mai. Girare il mondo significa passare da una provincia all’altra, ognuna delle quali è una solitaria stella a sé stante. Per la maggior parte delle persone che vi abitano il mondo reale finisce sulla soglia di casa, al limite del quartiere, al massimo al confine della città. Il mondo che sta oltre è inesistente, insignificante e addirittura inutile, mentre quello intorno a loro e che l’occhio riesce ad abbracciare assurge alle dimensioni di un grande cosmo che oscura tutto il resto.
Spesso gli abitanti di un luogo e chi viene hanno difficoltà a trovare un linguaggio comune, poiché ognuno di loro guarda il posto con un’ottica diversa: chi viene da fuori usa un grandangolare, che rimpicciolisce l’immagine ma allarga l’orizzonte, mentre la persona del posto usa il teleobbiettivo, se non addirittura il telescopio, che ingigantisce i minimi dettagli.